Leggende e credenze

Le campane sono in tutte le culture sia strumenti musicali che, in qualche modo, strumenti di culto. Poiché esse chiamano a raccolta non solo gli uomini, ma anche esseri soprannaturali, non è per niente strano che siano circondate da leggende.

Si dice che il loro suono impedisca al diavolo di rapire i bambini e che allontani i temporali. Pare che alcune campane suonino da sole per annunciare sventure; altre pronunciano il nome di chi le ha fuse o donate oppure di persone scomparse.

Ecco qualche storia.

Il pellegrinaggio del Venerdì Santo (Francia, Olanda)

Secondo questa leggenda, la notte del Venerdì Santo le campane di tutte le chiese si levano in volo e raggiungono Roma, dove vengono benedette dal papa (secondo alcune varianti le campane per l’occasione si riempiono di uova di cioccolata). Ritornano poi, silenziose, nei loro campanili, dove il giorno di Pasqua suoneranno a festa.

La leggenda è sicuramente legata all’usanza di ”legare” le campane a ricordo della passione e morte di Cristo per poi ”scioglierle” durante la messa pasquale.

Una campana per tutto l’Impero (Giappone)

Un fonditore si vantava con tutti di saper ”colare” una campana il cui suono si sarebbe udito in tutto il Giappone. L’Imperatore, venuto a sapere delle sue vanterie, ordinò al fonditore di costruire questa campana. Il fonditore compì incredibili fusioni di leghe preziose, ma non approdò ad alcun risultato. Ben conscio di rischiare la vita se non fosse riuscito ad esaudire il desiderio imperiale, il fonditore si accinse all’ultimo tentativo. Quando il crogiuolo stava per essere versato nell’immensa forma della campana, la sua figlia prediletta vi si gettò, convinta che il sangue di una vergine fosse la componente che mancava alla lega perché divenisse perfetta. E così avvenne.

Clog an udachta ovvero la campana del testamento (Irlanda)

Secondo le indicazioni del suo angelo custode, San Patrizio (389-461) si ritirò sul monte dell’Aquila (ora si chiama Croagh Patrick, ”Monte di Patrizio”) e vi trascorse 40 giorni in preghiera per ottenere una speciale benedizione divina per la sua opera di evangelizzazione dell’Irlanda. Allora tutti i demoni che abitavano l’Irlanda unirono le loro forze per tentare il santo e distoglierlo dai suoi propositi. Essi si radunarono intorno al monte assumendo l’aspetto di un enorme stormo di uccelli predatori e gli uccelli erano così tanti che coprirono l’intera montagna, come una nuvola. San Patrizio non riusciva a vedere né il cielo né la valle e le sue preghiere sembravano vane. Poi il santo suonò la sua campanella. Il suono si udì in tutte le valli e le colline e lo stormo cominciò a disperdersi. Patrizio, allora, gettò la campana contro gli uccelli che andarono a gettarsi nel mare. Per sette anni non si trovò in Irlanda alcun segno di male.

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